Scopri anche tu come gestire i collaboratori difficili

Spesso mi chiedono come gestire i collaboratori difficili nel modo più “indolore” possibile.

Bella domanda!

Cosa fai quando un collaboratore o un fornitore o, insomma, una figura che hai selezionato dopo mesi di lavoro, e magari l’hai anche addestrata a fornirti ciò che ti occorre (sempre con mesi di lavoro)… beh, si dimostra inaffidabile, o poco fedele?

Beh, senti all’inizio della mia carriera usavo quel principio Cristiano splendido, cioè: “fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te”.

Dunque, tendevo sempre a mettermi nei loro panni, nei panni dei fornitori e dei collaboratori e dare sempre una seconda possibilità.

Cercavo sempre di comprendere il punto di vista di chi avevo di fronte, ma poi l’esperienza mi ha mostrato un’altra faccia della medaglia.

Ricordo una volta tristemente EPICA: dovevamo scegliere un team di sviluppo per un progetto su WordPress.

Allora ci mettiamo lì e sentiamo una valanga di aziende e di freelance, fino a selezionarne una ventina.

Passano diverse settimane per questa selezione, finché non troviamo il team di sviluppo che sembrava più competente e più affidabile.

E bada bene: NON ERA il più economico.

Così, prepariamo il contratto, diamo l’acconto, e via, si parte.

Il problema è che dopo una settimana, arriva il primo intoppo.

Facciamo notare al fornitore il problema, e questo ci dà una risposta evasiva, la classica risposta che denota leggerezza.

Allora noi: brivido di paura, decidiamo di parlargli e chiarire bene come avremmo dovuto lavorare per proseguire il progetto da lì in avanti.

Sai com’è no? Patti chiari, amicizia lunga!

Il fornitore, a parole, ci dice “si si, tutto chiaro”.

Così andiamo oltre.

Gli stiamo dietro nei giorni successivi, ci facciamo mandare gli screenshot del progresso lavori, e sembra che tutto più o meno stia procedendo secondo i piani.

Qualche settimana dopo però, a poco tempo dall’uscita sul mercato, ci fanno vedere la release funzionante del progetto.

E ci accorgiamo del casino.

La “candidate release” era un disastro.

In pratica non funzionava nulla, ed eravamo a pochi giorni dalla consegna finale, tra l’altro con accordi in essere con terze parti che dovevamo pure rispettare.

Invece, allo stato in cui era il software, probabilmente ci voleva almeno il doppio del tempo rispetto alle previsioni.

Quindi che fai a quel punto lì?

Cambi fornitore?

Non vorrai scherzare spero: era mesi che lavoravamo alla selezione, e mesi che lavoravamo al progetto con questo fornitore.

Ora che ne trovi un altro, lo riselezioni e tutto quanto… voleva dire ritardare il progetto in modo ancora più serio, e perdere davvero un sacco di soldi.

Insomma: proseguire pareva il MALE MINORE (dannati costi affondati!).

Così andiamo avanti.

Il fornitore ci rassicura che hanno avuto effettivamente qualche imprevisto (vorrei ben vedere), ma hanno capito il problema e questa volta rimarranno nei tempi.

Risultato? Passa un altro mese, e il fornitore, una piccola azienda di ITALIANI con ottime recensioni (e questo te lo dico perché poi sennò pensi all’outsourcing indiano per risparmiare ma non era quello il caso), beh, questa azienda italiana getta la spugna, e si ritira dal progetto rinunciando addirittura al saldo.

Quindi dopo MESI di lavoro e agonia ci troviamo al punto di partenza, con un ritardo mostruoso sulla tabella di marcia costato in mancati guadagni ben più del costo dell’intero progetto.

Ora: sai quante volte succede una cosa del genere?

Quante volte con un collaboratore o con un fornitore dopo pochissimo tempo vedi un segnale di incompetenza, o di mancanza di fedeltà… però lo ignori, ci passi sopra?

E sai perché fai così? Per due emozioni bastardissime: paura e pigrizia.

PAURA di non trovare un altro nei tempi che servono a te, o di mettere a rischio il tuo progetto, o se è un dipendente in una posizione chiave di fare fatica senza di lui.

E PIGRIZIA di dover rifare tutto il lavoro che non vorresti più fare per la selezione, per l’addestramento e tutto quello che ne consegue.

Ora: so che la cosa è difficile, e va valutata caso per caso con una mente imprenditoriale CONSAPEVOLE, ma sai cosa si dice dei problemi no?

Uccidi il mostro… finché è piccolo.

Perciò, se anche tu spesso non sai come trattare i collaboratori difficili, allora sappi che la soluzione c’è… ma purtroppo NON è quella accomodante che, illudendoti, tu speri che esista.