Ecco perché fare “la cosa giusta” nel business PAGA

Ho sempre pensato che fare la cosa giusta nel business paga sempre nel medio/lungo periodo.

Ti racconto alcuni fatti REALI che mi hanno portato, nel corso del tempo, a rafforzare ancora di più questa mia convinzione

Mi è accaduto varie volte in passato che venissero da me persone in cerca di lavoro, persone che, nel mentre, stavano già facendo altri lavori.

Mi sembra anche lecito dai, fino ad un certo punto.

Tuttavia, esplorando nei miei proverbiali “colloqui di livello 3” (che poi sono una specie di interrogatorio tipo Gestapo di 2 ore), spesso si venivano a creare situazioni come questa descritta in basso.

JLM: “Ok dai, ora che la cosa si fa concreta, sei disposto a tornare dal tuo datore di lavoro attuale, e spiegargli che stai cercando un altro lavoro?”

A quel punto dall’altra parte: silenzio imbarazzante.

Così io tipicamente lo re-incalzo…

JLM: “Vedi, il fatto che tu sia qui significa che probabilmente non ti trovi più bene là dove sei, che è ora di cambiare. Ma dico: perché non farlo presente al tuo capo?”

C: “Eh, non conosci il mio capo”

JLM: “Sì, è vero non lo conosco, ma al di là di lui, tu come VUOI ESSERE? Cioè, anche se lui fosse un ottuso, non vuol dire che tu non possa essere trasparente e dire le cose che pensi.”

C: “Eh sì, così certamente perderei il lavoro.”

JLM: “È una possibilità: però l’altra è che il capo capisca chi ha di fronte e magari ti voglia tenere. Magari ti alza pure lo stipendio!”

Beh, questa strategia apparentemente “suicida” (non sai quante persone ho “perso” per averle rimandate dal loro precedente datore di lavoro), in realtà ha poi creato alcuni curiosi effetti “imprevedibili” di cui ora ti parlo.

Ma prima di parlartene sappi che questo mio modo di fare andava al di là di pensare strategicamente a quale fosse il miglior risultato in quel momento, era molto più banale: mi sembrava solo la cosa giusta da fare.

Pensavo che non mi piacerebbe creare un mondo nel quale i miei dipendenti facciano cose del genere alle mie spalle.

Chiaramente non che ho granché potere su questo: non posso impedirlo.

Ma quello che posso fare è diffondere una cultura per la quale “fare la cosa giusta” ad un certo punto conti anche più del risultato finale.

Perché io credo che le cose, sia giuste che sbagliate, siano contagiose.

Bene, una piccola e forse insignificante verifica di questo concetto mi è accaduta di recente.

Giusto qualche settimana fa, quando una mia collaboratrice di allora mi dice:

M: “ehi, hai presente quel nostro autore che ha realizzato questo video corso?”

JLM: “ah sì sì, quelli della “diventa felice così ****”, una cosa così.”

M: “sì sì, proprio lui. Pensa che mi ha chiesto di parlarmi in privato. Io gli ho dato l’email aziendale, ma niente, voleva quella privata.”

JLM: “Ah, figo e cosa volevano?”

M: “Alla fine mi hanno fatto un’offerta di lavoro. Tra l’altro mi offrivano più di te, e volevano che li seguissi nel loro progetto.”

JLM: “Ah beh certo, mi sembra giusto. Si vede che questo genere di comportamento li rende felici, così poi diventano *****”

M: “sì, però il fatto stesso che abbiano agito in quel modo, mi ha fatto pensare che forse quello non è il posto di lavoro adatto a me. Sai, se l’avessero chiesto prima a te, magari ci potevo pensare. Però così.”

Beh, vuoi sapere com’è finita?

È finita che la mia collaboratrice di allora ha scelto di non seguire quell’azienda, ma di rimanere fedele al suo marchio.

Questa è una storia vera: ora non so dirti, scientificamente parlando, se la mia attenzione nel “fare la cosa giusta” sia ritornata indietro, stile karma, oppure se questo sia solo un caso.

Certo è una cosa: una cultura positiva della “cosa giusta”, è contagiosa nel business… su fornitori, sui clienti… e anche sui tuoi collaboratori.

Così come è contagiosa la cultura della cosa sbagliata.

Quindi: fai la tua scelta.