Il programma mentale per essere più centrato grazie al “giudice interiore”

Qualche tempo fa ero a cena con un amico di origine araba, un imprenditore di altissimo livello, il quale, senza volerlo, mi ha fatto capire l’importanza fondamentale di avere un giudice interiore.

Ben presto ci siamo trovati a raccontarci vari episodi di vita vissuta in ambito imprenditoriale, ma tra i tanti c’è stata una cosa che mi ha colpito particolarmente: una specie di comune denominatore tra tutte quelle esperienze.

E questa cosa era la sua grande attenzione a fare sempre la cosa giusta con tutti, in qualsiasi situazione, sia che fosse un’azione visibile dall’esterno sia che non lo fosse.

Cioè, anche quando questo signore doveva compiere azioni che nessuno avrebbe poi scoperto, si impegnava comunque a chiedersi: “è giusto quello che sto facendo nei confronti dell’altra parte? È allineato con questi valori universali?”

Tra l’altro, la cosa curiosa è che non è che lui valutasse di fare la cosa giusta nel senso di fare la cosa strategica.

Tipo non era: adesso applico lo sconto al cliente così poi il cliente torna.

No no, era: applico lo sconto al cliente perché rientra nella promozione, anche se non lo sa.

Allora, visto che questo discorso del fare la cosa giusta nel business è molto controverso, nel senso che è una cosa che purtroppo è piuttosto rara nel mondo di oggi, e forse un motivo c’è, allora gli ho chiesto se questo modo di fare fosse una scelta ben precisa in termini di business, magari qualcosa che faceva, che ne so io, perché aveva scoperto che nel lungo periodo c’erano vantaggi.

E lui mi risponde che senza dubbio nel lungo periodo queste cose hanno una influenza, ma mi spiega che non ha mai fatto un ragionamento in questi termini.

Mi spiega, invece, che in realtà questo modo di fare è installato nella sua mente in modo molto forte, perché è legato alla sua religione.

In buona sostanza, lui è fermamente convinto che Allah lo guardi in ogni momento della sua vita, e dunque non gli importa se qualcun’altro sia a conoscenza delle sue azioni oppure no.

A lui basta sapere che ci sono sempre 2, diciamo così entità, che sanno bene come lui si comporta: una è lui stesso… e l’altra è Allah.

Ora, senza voler scomodare Allah o chi per esso, ho trovato affascinante questo “programma mentale” di avere una specie di “giudice interiore” che ti controlla, e che sta attento che tu rispetti i tuoi valori.

Così me lo sono subito installato nella mia Mente Imprenditoriale!

Anche perché questo modo di fare, al di là del risultato che può o non può avere sugli altri, ha un effetto collaterale importante su di te, cioè ti regala una grande sicurezza in te stesso e anche pace interiore.

Insomma, un vero e proprio “stato di centratura”, ma così forte, che si ripercuote a cascata su un sacco di altri aspetti.

Ad esempio: influenza in positivo la tua capacità di persuasione, la tua capacità di negoziazione, e, forse più di altre cose, la tua capacità di essere leader.

Insomma, il giudice interiore è qualcosa che si percepisce a livello telepatico anche solo scambiando due chiacchiere.

Dunque il mio invito è questo: innanzitutto diventa chiaro sui tuoi valori, e installa nella tua Mente Imprenditoriale un tuo “giudice interiore” che ti aiuta rispettarli: così ne guadagni in leadership, carisma e anche capacità di affrontare meglio situazioni difficili.

E già che ci sei, fatti qualche domanda su come i tuoi valori impatteranno il mondo che stai contribuendo a creare: perché i valori che scegli faranno eccome la differenza.