Come funziona il mindset vincente di Sebastian Vettel

Oggi voglio mettere alla tua attenzione un episodio da Mentalità Imprenditoriale accaduto durante le qualifiche del primo gran premio di Formula1 del 2017.

Un episodio che, secondo me, merita davvero di essere sottolineato e di cui, invece, non mi risulta abbia parlato nessuno.

Era il 25 marzo 2017, e la situazione di allora era capire se la Ferrari avrebbe potuto essere competitiva per il titolo mondiale contro le Mercedes.

L’anno precedente, stessa gara, per darti un riferimento, la Mercedes è stata davanti alla Ferrari di ben 8 decimi di secondo in qualifica.

Ora, se non conosci la Formula1, 8 decimi sembra un distacco ridotto: in realtà in F1 tutto ciò che è sopra i 3, 4 decimi di secondo, si considera un gap importante.

Allora, la qualifica sta volgendo al termine, siamo praticamente negli ultimi 3 minuti utili, e la situazione non è poi così male per la Ferrari.

In quel momento Vettel, pilota di punta della Ferrari, aveva un distacco da Luis Hamilton, nell’ordine dei 3 decimi di secondo.

Ma Hamilton, il pilota Mercedes, piazza un ultimo giro dei suoi, e riporta Vettel a meno 6 dalla vetta.

Bel casino, perché 6 decimi sono tanti, e sembrano confermare le difficoltà della Ferrari di stare al passo: infatti Kimi Raikkonen, ex campione del mondo e compagno di squadra di Vettel in Ferrari, è a ben 9 decimi da Hamilton: e questo sì, è un distacco preoccupante.

Ma a quel punto Vettel tenta un ultimo giro.

Si mette lì, e percorre tutti e 3 i settori che lo portano fino alla fine.

Primo settore, così così, né infamia né lode, ancora molto dietro ad Hamilton.

Secondo settore: la situazione non cambia sensibilmente.

Da casa tutti, me compreso, stanno già pensando “ecco, la solita Ferrari che si becca 6 decimi dai primi”.

E, invece, nell’ultimo settore Vettel fa la magia: corre come un forsennato, e stampa un tempo che lo pone ad appena due decimi e mezzo dal leader: una seconda posizione è vero, ma attaccata al primo, e ottima per una buona gara.

Ora in una situazione del genere tutti in Ferrari sono soddisfatti: vengono da 3 anni consecutivi di batoste, e un distacco così ridotto alla prima gara, fa sentire davvero aria di rinascita.

Quindi il mood del momento è ottimo.

E in quel mood di festa arriva il team radio di Vettel.

E incredibilmente, contro ogni logica: “ma ha sbagliato in una curva… e poteva fare meglio in un’altra… e comunque vuole ringraziare la squadra per avergli messo a disposizione un’auto competitiva”.

Insomma, invece, di autocelebrare la sua impresa, cosa che tra l’altro tutti intorno a lui stavano già facendo, inizia a concentrarsi su cosa è andato storto… e su dove avrebbe potuto fare meglio.

Beh, ho trovato questo un settaggio da mente imprenditoriale veramente di livello superiore.

Sì perché lui, dentro di sé, lo sapeva.

Era l’unico che sapeva che aveva ancora margine, che non era stato perfetto, e in qualche modo non si sentiva perfettamente a posto con se stesso.

Ma se non l’avesse detto lui, non se ne sarebbe accorto nessuno.

Ora questo atteggiamento, se da una parte è un po’ una condanna perché ti porta a cercare sempre la perfezione, dall’altra è senza dubbio uno dei segreti che ha portato Vettel a diventare 4 volte campione del mondo di Formula1.

E questo stesso atteggiamento, quello di voler ricercare sempre la propria massima performance, indipendentemente da ciò che le persone intorno a te stanno pensando, è lo stesso atteggiamento che può aiutarti, nella tua impresa, a mettere insieme quel mare di piccoli dettagli che da soli valgono niente, ma tutti insieme fanno tutta la differenza del mondo.