Quanto conta ciò in cui credi sulle tue scelte di carriera?

 

Qualche settimana fa è arrivato da me un potenziale commerciale per un colloquio di lavoro.

Questo qui era un giovane praticante avvocato, di circa 30 anni, a cui mancava circa un anno per diventare avvocato in senso “ufficiale”.

Alché mi sono chiesto: “ma perché un praticante avvocato, che si è fatto ANNI di mazzo per arrivare lì a tanto così dalla meta, oggi viene da me e si candida per una scelta di carriera completamente diversa?”

Dunque, ad un certo punto del colloquio glielo chiedo esplicitamente, gli dico: “oh, ma perché sei qui?”

Beh, lui mi risponde che, dopo aver provato sulla sua pelle, può dire come dato di fatto che oggi, se non hai uno studio già avviato, come nuovo avvocato non riesci a partire.

A meno di rubare i clienti a chi ti ha dato il lavoro fino al giorno prima, cosa che lui, in modo abbastanza comprensibile, non si sentiva di fare.

Mi spiega che lui non c’è riuscito, e che non conosce nessuno nella sua zona che ce l’ha fatta.

Alché gli dico: “senti, spiegami una cosa: ma cosa hai fatto tu negli ultimi 24 mesi per far conoscere te come avvocato?

Beh lui mi risponde che fa molto bene il suo lavoro in studio.

Mi dice che ha molti clienti di passaparola.

Solo che mi spiega che ormai questi clienti, anche se li ha presi lui, naturalmente non sono suoi personali, sono dello studio in cui lavora.

Alché gli chiedo: “va bene, va bene, ho capito, ma a parte questa roba di lavorare bene, quindi generare passaparola, che cos’altro hai fatto per te?“

E lui mi dice: “beh, non ho fatto niente, e lo studio del mio capo è partito così, come volevo partire io.”

E io gli dico: “sì, ma quanti anni fa è partito lo studio del tuo capo?”

E lui: “Eh, circa 30 anni fa.”

Ecco appunto.

Allora gli chiedo: “senti, ma tu ce l’hai una pagina facebook, un blog, qualcosa?“

“No, non ancora.” mi dice lui.

E senti, gli chiedo: “puoi trovarti 200 euro al mese da investire in pubblicità su facebook? E magari qualche altro denaro per formarti e per studiare qualche altra skill oltre a quelle legali?”

Lui mi dice: “sì posso, non è facile, ma posso riuscirci.”

Gli dico io: “Ecco, allora ti dò una bella notizia: tu in realtà hai già tutto quello che ti serve per INIZIARE OGGI a sviluppare la tua carriera di avvocato, senza per forza dover passare dallo studio del tuo capo. Solo che devi trovare da solo la tua nuova strada. Una strada che sia diversa dalla sua. Una strada che lui non ti può insegnare.”

Cioè, nel mercato di oggi, se sei un libero professionista, devi pensare a sviluppare anche la tua mentalità imprenditoriale, e non solo quella chee riguarda la tua professione specifica.

E questo vuol dire:

  • imparare a capire quando ti stai prendendo in giro (un po’ come stava succedendo a lui in quel momento) che stava pensando che una cosa non fosse possibile quando, invece, lo era;
  • vuol dire imparare a studiare cose come il marketing e comunicazione, e alla fine vuol dire METTERSI IN AZIONE, ed essere in grado di prendersi dei rischi.

Così gli dico: “senti, ti faccio questa semplice domanda, per favore pensaci, e rispondimi da persona consapevole: se tu sapessi di poter avere successo sia come avvocato sia come commerciale qui da noi, successo in tutti e due i ruoli… quale sceglieresti? Cosa sceglieresti di fare da grande?”

Alché passa qualche secondo di silenzio… e poi lui mi dice: “l’avvocato, vorrei fare l’avvocato.”

Bene, gli dico io, allora tornatene da dove sei venuto.

Fai salire di livello la tua mente imprenditoriale: studia marketing, studia comunicazione, creati una pagina su facebook, pubblica articoli, investi in pubblicità, sviluppa l’istinto imprenditoriale.

Insomma: mettiti in azione, ma fallo succedere.

Perché non sarà facile, ma nemmeno fare il commerciale con noi lo sarà.

Insomma, il concetto di fondo è questo: non ha senso farsi un mazzo tanto per salire una lunga scala, solo per scoprire, quando sei in cima… che hai messo la scala sul muro sbagliato.