Perché la disonesta è un costo sociale che pagano TUTTI?

C’è un giochino logico di economia comportamentale che credo la tua mente milionaria dovrebbe conoscere.

Immagina una situazione del genere: c’è un piccolo Comune composto da soli 10 cittadini.

Ogni cittadino ha un capitale di 50 euro, e dovrebbe, per legge, investire questi 50 euro nel fondo di investimento del Comune, il quale poi redistribuirà i profitti a tutti e 10 i cittadini.

Devi sapere che quelli del fondo del Comune sono così bravi che ogni volta che tu metti dei soldi nel loro fondo, loro li moltiplicano per 10, e a fine giornata, li distribuiscono a tutti.

Il fatto è che quel Comune è un Comune che crede nella responsabilità personale: per cui NON controlla chi versa e chi non versa i 50 euro.

D’altra parte ogni cittadino sa che non ci sono controlli, e dunque dentro di sé sa che può scegliere se fare la cosa giusta, ovvero mettere i 50 euro nel fondo, oppure non metterli.

Ora: se tutti e 10 i cittadini decidessero di mettere 50 euro dentro il fondo, a fine giornata ci sarebbero 50 x10 = 500 euro, che moltiplicati per 10 fa 5000 euro, che è la ricchezza massima che il Comune può ottenere con questo sistema.

E ogni cittadino, quando il Comune distribuirà la ricchezza, tornerebbe a casa con 500 euro: 5000 diviso 10 cittadini.

Ma cosa succede se, invece, un cittadino soltanto, decide di fare il furbo, e non mettere i suoi 50 euro dentro il fondo.

Succederebbe questo: 9 persone metterebbero 50 euro.

Quindi nel fondo ci sarebbero 450 euro di capitale, 9×50.

E a fine giornata il fondo moltiplica per 10, quindi ci sarebbero 4500 euro da distribuire sempre a 10 cittadini.

Perché ti ricordo che il Comune distribuisce a tutti i cittadini, indipendentemente da chi versa e chi non versa.

Quindi 9 cittadini si troverebbero con 450 euro in mano, ma uno solo, quello che non ha contribuito, avrebbe 450 euro, più i 50 che si è tenuto prima, che fanno 500 euro.

Ma a questo punto i 9 cittadini onesti vedono che il cittadino furbacchione di prima si è comprato una macchina nuova, e ha postato la foto su Facebook con la frase “se credi nei tuoi sogni, puoi farcela anche tu”.

La frase ha ottenuto ben 6 like, il 60% della popolazione.

Allora a questi 4, che non hanno messo like, gli girano le palle di brutto.

Ora, non sapremo mai se è stato quel post su facebook il motivo: fatto sta che il giorno dopo altre 3 persone decidono di non contribuire al fondo comunale.

Nel fondo così entrano solo 300 euro.

A fine giornata il fondo moltiplica per 10, quindi 300x 10 = 3000 euro, che vengono sempre divisi tra tutti e 10 cittadini.

Quindi ognuno si trova con soli 300 euro in mano, tranne i 4 furboni, che si ritrovano in mano 350 euro a testa.

Le frasi motivazionali su facebook si moltiplicano, e per fartela breve, in poco tempo nessuno contribuisce più al fondo.

Alla fine la ricchezza di quel piccolo Comune passa da un complessivo di 5.000 euro, il caso in cui tutti avevano contribuito, a soli 500 euro, il caso in cui nessuno ha più contribuito.

Ma le bacheche di Facebook sono piene di frasi motivazionali!

Ora questo ragionamento cosa sembra suggerire?

Sembra suggerire che la disonestà ha un costo sociale, che alla fine pagano tutti: perché l’intero Comune ora è meno ricco.

Tuttavia, la disonestà sembra un sistema più stabile dell’onestà.

Perché basta anche una sola persona disonesta, perché il suo “metodo” si diffonda come un virus, e contagi anche gli altri partecipanti.

Ora questo è solo un giochino, ma lascio a te pensare cosa accade nel mondo vero.

Rifletti su questo: se scegli di fare business in modo disonesto perché tutti gli altri fanno così, puoi raccontarti tutte le palle motivazionali che vuoi, o dirti che è giusto farlo, perché tutti fanno così, ma ci sono ottime chance che in questo modo stai rendendo il mondo dove tu stesso vivi, e magari dove vivranno i tuoi figli, un posto peggiore di come l’hai trovato.