La leggenda della rinascita dell’aquila

 

Non so se hai mai sentito l’antica leggenda della rinascita dell’aquila e del cambiamento.

Beh, te la racconto perché, benché sia una leggenda e niente di più, contiene comunque un messaggio interessante.

Un messaggio che è bene ricordare.

Vedi, nella leggenda si narra che l’aquila sia un uccello particolarmente longevo, e che possa vivere addirittura fino a 70 anni e che tuttavia, per poter raggiungere quel traguardo, l’aquila sia costretta ad affrontare una sfida difficile.

Infatti, nei primi 40 anni d’età il becco dell’aquila, crescendo, ha continuato ad incurvarsi sempre di più fino a rendere difficile nutrirsi delle prede.

I suoi artigli sono diventati troppo lunghi e troppo flessibili, anche qui rendendo difficile procurarsi nuovo cibo.

E le sue penne?

Le sue penne sono diventate vecchie e pesanti, e hanno iniziato ad aderire troppo al petto rendendo più difficile il volo.

Così, intorno ai 40 anni, si dice che l’aquila sia messa di fronte a 2 scelte.

La prima è morire di fame, morire di fame a causa delle nuove condizioni che la rendono ormai inadatta a procurarsi il cibo in un ambiente competitivo.

E la seconda: è affrontare un lungo e doloroso processo di cambiamento.

Dunque, l’aquila fa la sua scelta.

Per prima cosa inizia a cercare un posto isolato su una montagna un posto dove si ritirerà per ben 150 giorni.

E una volta là, inizia il suo processo di rinnovamento.

Come prima cosa, l’aquila inizia a colpire con forza il becco contro la dura roccia, incurante del dolore, fino a che, colpo dopo colpo, riesce a staccarlo definitivamente.

E poi?

E poi attende, attende con pazienza, attende che il becco ricresca, ma questa volta più solido e più forte di prima.

E poi, proprio grazie al nuovo becco, inizia a staccare i vecchi artigli dalle zampe, uno per uno.

E poi, di nuovo, attende.

Attende finché i nuovi artigli non siano cresciuti, anch’essi più forti di prima.

Infine, proprio grazie al nuovo becco e ai nuovi artigli, inizia a strappare via le vecchie piume dal petto: anche qui permettendo così, alle nuove, di ricrescere.

A questo punto l’aquila, dopo 150 giorni di lavoro, e lasciami dire di grande coraggio e grande sofferenza, beh è finalmente pronta a tornare a volare, ma questa volta con nuovi strumenti a sua disposizione.

Strumenti che le permetteranno di raggiungere il traguardo dei 70 anni di età.

Ora: non so se avevi mai sentito questa storia.

Io la trovo molto significativa perchè, benché sia solo una leggenda, fa capire molto bene due concetti.

Il primo è che arrivati ad un certo punto il cambiamento potrebbe essere NECESSARIO per proseguire.

Ed è importante rendersi conto di QUANDO questo momento è arrivato.

E questo guarda che succede anche ad aziende molto strutturate: basta che pensi a BLOCKBUSTER, o NOKIA, o la mitica KODAK.

Tutte aziende che non si sono accorte che era arrivato il momento di cambiare, o se ne sono accorte troppo tardi.

E il secondo concetto è che cambiare è spesso un processo LUNGO e per certi versi doloroso.

Vuol dire rinunciare a vecchie abitudini.

Vuol dire mettere sotto sopra l’azienda.

Vuol dire imparare cose nuove.

Prendersi rischi, rischi che magari non vorresti prendere.

Ma ciononostante… se è necessario, è necessario.

Ed è l’unica cosa che a volte può permetterti di raggiungere nuovi traguardi.

Traguardi che altrimenti non sarebbero possibili.

Perché come ha detto Kennedy una volta: “Il cambiamento è la legge della vita. E chi guarda solo al passato, o al presente, è certo di perdere le opportunità del futuro.”