Perché il Problem Solving è l’abilità professionale più richiesta dal mercato?

 

Secondo un articolo di Business Insider, il Problem Solving, cioè la capacità di trovare soluzioni a problemi complessi, è in assoluto la “soft skill” più richiesta sul mercato del lavoro di oggi, e non è un caso.

Sembra infatti che sia un’abilità che caratterizza le persone di successo più di molte altre.

Pensa che si dice che Charlie Munger, il socio storico di Warren Buffet, che a sua volta è un investitore leggendario multimiliardario, beh, venga chiamato da Warren Buffet proprio “l’uomo dei 30 secondi” e il motivo è che sembra che questo Munger, dopo che gli poni un problema, abbia la caratteristica di impiegare meno 30 secondi a trovare una soluzione creativa valida.

La domanda è: come fanno certe persone a trovare sempre una soluzione ai problemi? Come si attiva il famoso pensiero laterale?

Beh, ci sono diverse chiavi, ma oggi te ne dico un paio.

La prima, secondo Buffet stesso, è quella di creare, quello che io chiamo, un “sottobosco di informazioni per la tua mente” ovvero, farsi una cultura multidisciplinare e poi collegare le soluzioni che hai trovato, in ambiti diversi dal tuo, al problema che ti assilla.

Sì, spesso e volentieri unire i puntini lateralmente fa proprio la differenza.

Ah, nota a margine: per farsi una cultura multidisciplinare, con un investimento contenuto, consiglio naturalmente l’abbonamento a CORSI.it

Ma tornando a noi, forse la chiave più importante, quella che secondo me fa più la differenza di tutte le altre, è un’altra ovvero è quella di dare l’input alla propria mentalità imprenditoriale che una soluzione al problema esiste, e fare questo anziché disperarsi e non sapere che pesci pigliare.

Sì perché forse ti sembrerà strano, ma a volte siamo proprio noi, con il nostro atteggiamento, a condizionare la mente a non trovare soluzioni.

Invece se la tua mente è programmata per trovare soluzioni, beh, allora è molto più probabile che le troverà, rispetto a che se pensa che questo non sia possibile.

Dunque, come si imposta la mente per la direzione giusta?

Beh, io personalmente uso una tecnica, che è una specie di mantra, che mi ripeto per almeno 3 giorni, quando sono in mezzo ad un problema che non riesco a risolvere, ovvero, per tre giorni continuo a ripetere a me stesso la seguente frase: “c’è una soluzione, ci deve essere una soluzione, c’è sicuro una soluzione” e così via…

E poi naturalmente, se nell’immediato non mi viene in mente nulla di buono, beh, non mi preoccupo, mi metto a fare altro, tanto so che questa cosa girerà in background nella mia mente.

Beh, quello che succede quando faccio così, e l’ho sperimentato più e più volte, è che ci sono davvero buone probabilità che un’idea valida salti fuori.

In aggiunta ti dico anche questo: se ti abitui a fare questo esercizio in modo costante, il tempo che in futuro impiegherai a trovare soluzioni sarà sempre inferiore.

Chissà, magari si arriva anche noi a famosi 30 secondi di Munger.

Di sicuro, comunque c’è l’esatto contrario, cioè quello che ti ho detto prima, ovvero che se cominci a pensare che sei fregato, che soluzioni ormai non ce ne sono più, beh, che questo sia vero o meno, facendo così stai riducendo il potenziale creativo della tua mente.

Dunque riepilogando, le 2 strategie per aumentare la tua capacità di risolvere i problemi sono queste:

1) Sviluppa un sottobosco di informazioni, tra l’altro puoi farlo in modo facile grazie all’abbonamento di CORSI.it

2) Ripeti il mantra “c’è sempre una soluzione” per almeno 3 giorni.

Queste due strategie, messe insieme, ti aiutano ad avere più creatività e ad essere più abile nel risolvere i problemi.