Quanto vale veramente il lavoro che hai fatto finora?

Quanto vale il tuo lavoro?

Fino a quanto non è davvero utilizzabile, vale poco… veramente molto poco, in pratica zero!

Eh sì…nel lavoro ci sono alcuni progetti, e purtroppo capita piuttosto spesso ai progetti di tipo imprenditoriale, che se li guardi dal punto di vista del mercato, hanno solo due maledettissimi stati: lo stato ZERO, e lo stato UNO.

Niente, non c’è nessuna via di mezzo!

Cioè, esiste un lungo periodo di tempo nel quale tutto il tuo lavoro, magari lavoro di mesi, continua ostinatamente ad avere un valore di mercato pari a ZERO.

E poi, da un certo punto in avanti, come per magia, tutto cambia, e la cosa che hai fatto DIVENTA SENSATA per qualcun altro… oltre per te.

Ti spiego meglio con un esempio classico: supponiamo tu debba scrivere un libro, come è capitato a me, che benché non sia un vero progetto imprenditoriale, è senza dubbio un progetto per chi riesce a pensare da imprenditore.

Beh, quando scrivi un libro c’è tutto un periodo lunghissimo in cui tu ti fai un “mazzo così” per mesi e mesi.

Pensi alla logica della storia, scegli il titolo, fai le ricerche, e così via.

Ora quello che succede è che in tutti questi mesi di lavoro il tuo progetto “libro” è come avesse un indicatore di completamento… sai come quelli di quando installi Windows?

Ecco un indicatore che passa da 0, quando ti viene l’idea (pessima idea… no ovviamente sto scherzando) a 1, quando la tua idea è terminata.

E intanto ogni giorno passi da 0, a 0-1 a 0-2 a 0-3 e così via.

Il problema di un progetto come un libro però è che finché il tuo libro non passa dallo stato 0 allo stato 1, cioè finché la barra di installazione non è arrivata fino alla fine, quello che c’è dopo la virgola, cioè lo 0-1 0-2 0-3, porca la miseria… non conta assolutamente niente.

Sì, proprio come un software che se lo istalli al 99% non funziona proprio nulla (e non sai quante volte mi è successo, che il computer sì bloccasse proprio al 98-99%), beh, così vale anche per molti progetti che può partorire la tua Mente Imprenditoriale.

Purtroppo un libro ha un senso di mercato e un valore di mercato solo quando è pronto per la pubblicazione, perfetto e consegnato all’editore.

Prima di quel punto che noi chiamiamo “1” basta che manchi anche una piccola stupidaggine: e ancora la tua creazione, per il mercato, semplicemente NON ESISTE.

Vale: ZERO.

Ricordo il nostro libro quando è stato tradotto in francese.

Era tutto pronto, mancava solo una sciocchezza: nel libro indicavamo una pagina di un sito con degli omaggi.

E quegli omaggi non erano tradotti in francese.

Eh sì, mancava solo quello 0,001% del totale.

Ma intanto il libro non è potuto uscire sul mercato, e quindi ha prodotto ZERO, finché non abbiamo risolto quel problema.

Insomma, prima del momento “tutto”, quello che io chiamo 1, il tuo libro non è pubblicabile… e dunque non vale NIENTE, anche se ci hai lavorato mesi e mesi e mesi.

Dunque, il punto è questo: devi programmare la tua Mente Imprenditoriale a ragionare in questo modo binario.

Perché se, invece, pensi in modo “fluido” al ciò che hai fatto per il tuo progetto, corri il serissimo rischio di ricevere una sensazione di appagamento solo a causa del grande lavoro che hai fatto, e quindi perdere lo slancio finale necessario per terminare il progetto.

Tra l’altro questa cosa che ci accade un po’ a tutti è un retaggio della nostra educazione: fin da bambini ci hanno abituato a pensare di essere remunerati per il LAVORO che facciamo, e non per il RISULTATO che portiamo a casa.

Ma questa educazione non va bene nei progetti imprenditoriali, e non va bene nemmeno per chi ci lavora dentro, semplicemente perché il mercato valuta il tuo lavoro nell’altro modo: cioè guardando solo il
risultato finito.

Ecco perché la tua Mente Imprenditoriale, se vuoi avere buone chance di successo, ti conviene programmarla in armonia con la stessa logica del “giudice finale”, che poi è sempre il mercato.

Ovvero, se lui ragiona così, quando si tratta di capire quanto davvero vale il tuo lavoro, allora anche a te conviene ragionare così.