In questo articolo parliamo di un tema molto importante: come combattere la procrastinazione?
Era il 1829 quando un importante editore commissiona a Victor Hugo un nuovo romanzo: il Gobbo di Notre Dame, uno dei romanzi destinati poi a fare la storia della letteratura.
Hugo aveva 18 mesi per portare a termine il lavoro, e inizialmente pareva un tempo più che sufficiente.
Il problema è che Hugo non era famoso per la sua grande costanza: invece, come accade a molti creativi, aveva il problema di rimanere focalizzato su un progetto alla volta.
Così passa tutto il primo anno del tempo a sua disposizione a PROCRASTINARE clamorosamente la scrittura dell’opera, preferendo seguire altri progetti, fare vita mondana e così via.
Insomma, tutto fuorché concentrarsi sul lavoro che doveva svolgere.
Ma il suo editore ad un certo punto inizia a preoccuparsi e quando mancano appena 6 mesi dalla consegna del libro dà un ultimatum a Hugo: “o finisci il libro in 6 mesi, o ritiro la pubblicazione”.
A quel punto HUGO non poteva più sbagliare: aveva bisogno di una strategia per smettere di procrastinare e mettersi sotto con la stesura del libro.
Quindi fa una cosa intelligente: si mette ad analizzare il suo comportamento e capisce che il suo continuo rimandare e procrastinare era dovuto al fatto che c’erano troppe cose più interessanti nella sua vita anziché scrivere il libro.
Così capisce che, se fosse riuscito a costringere se stesso a stare in casa lontano dalle distrazioni, dalle feste e tutto il resto, sarebbe stato per lui molto più facile riuscire a iniziare prima e portare a termine poi il lavoro.
Così prende una decisione i cui contorni oggi si perdono nella leggenda: pare infatti che, per costringere se stesso a stare in casa e non distrarsi, Hugo rinchiuda tutti i suoi vestiti a chiave in un posto speciale dove non può raggiungerli senza l’aiuto di un suo fido collaboratore, che però aveva l’ordine perentorio di non consegnargli nulla fino alla fine dell’opera.
I suoi vestiti erano tutti rinchiusi, tutti eccetto uno: un grande scialle che gli permetteva di coprirsi soltanto in casa, ma con il quale non avrebbe MAI avuto il coraggio di uscire.
Beh, la strategia funzionò.
Alla fine Hugo riuscì a produrre la sua opera addirittura con 2 settimane d’anticipo sulla tabella di marcia, avendo impiegato poco meno di 6 mesi sui 18 realmente a disposizione.
Forse perché ad un certo punto, di stare in casa, non ce la faceva davvero più.
Ora, cosa ci insegna la strategia di Hugo?
Molto semplice: che la procrastinazione è figlia principalmente del COSTO OPPORTUNITÀ di fare qualcosa di più divertente o migliore.
Cioè tra fare una azione oggi che costa fatica, ma sappiamo che questa azione ci porta un beneficio domani, e invece fare un’azione divertente, che ci rilassa SUBITO, eh purtroppo siamo tutti portati a scegliere la seconda.
Dunque, un buon modo per combattere la procrastinazione è quella di creare delle CONDIZIONI ESTERNE tali per cui, nel momento in cui dobbiamo fare un’azione per il nostro bene, ci siano poche o nessuna tentazione esterna di fare altro.
Dunque devi studiare? Spegni il cellulare, che per caso non ti chiami l’amico per proporti di andare a fare qualcosa di divertente.
O hai deciso che da oggi inizi a rimetterti in forma per 3 mesi?
Ecco allora in quei 3 mesi evita di andare agli aperitivi pieni di stuzzichini, perché poi è difficile resistere alla tentazione.
Insomma: definisci a priori dei momenti del giorno in cui porti avanti i tuoi obiettivi e nei quali ci sono condizioni tali per cui il costo opportunità di fare tutt’altro sia basso o nullo.
Perché sai com’è, la procrastinazione è come una carta di credito: è tutto figo mentre spendi, ma poi alla fine il conto arriva sempre.