La regola n.1 che devi rispettare se vuoi metterti in proprio

 

Secondo la Confartigianato di Mestre il 55% delle aziende in Italia chiude nei primi 5 anni di vita e molti degli altri non ottengono le soddisfazioni economiche che speravano di ottenere.

Insomma, nel momento storico in cui viviamo, da un lato sempre più persone decidono di mettersi in proprio, dall’altro i dati dicono che esiste un tasso di mortalità molto elevato e ben poche gioie in chi fa questa scelta (parliamo di media ovviamente).

La domanda è: “Perché chi si mette in proprio fa così fatica ad ottenere risultati?”

Beh, una possibile risposta che mi trova molto d’accordo l’ho letta la prima volta, ormai diversi anni fa, nel famoso libro “The E-Myth” di Michael Gerber.

Nel libro viene spiegato molto bene il processo mentale errato che porta le persone a fare impresa in modo sbagliato, cioè a creare imprese ad alta probabilità di fallire o, se va bene, imprese che guadagnano poco o niente.

In sostanza funziona così, vediamo un po’ se ti riconosci.

Molte imprese nascono in questo modo: o perché la persona, quindi il potenziale imprenditore, si appassiona a qualcosa, non so la naturopatia, e vorrebbe fare il naturopata come lavoro principale, oppure perché qualcuno si sente molto abile a fare una certa attività, magari perché ci lavora già dentro, ad esempio potrebbe essere un pasticcere che lavora in una pasticceria o un architetto che lavora in uno studio.

Allora dopo un po’ entrambi i nostri uomini di questo esempio pensano che sia ora di finirla di lavorare per qualcun altro e stare a regole che non sono le loro, e decidono così di aprire una propria pasticceria l’uno e il proprio studio di naturopatia l’altro, ma poi cosa succede?

Che questi signori si rendono conto, ben presto, che il business non è come se lo immaginavano: il pasticcere si rende conto che gestire una pasticceria è molto diverso che fare il pasticcere.

Puoi essere un ottimo pasticcere, ma quando gestisci una pasticceria ti trovi coinvolto in decisioni che non hai mai affrontato prima e lo stesso accade al naturopata: entrambi devono studiare cose che non gli piacciono e non si immaginavano di dover studiare prima.

Ad esempio si trovano a dover capire come scegliere un’agenzia marketing per promuovere la propria attività, o come farselo da soli, o se abbia senso o meno investire in cose “strane” come la formazione di se stessi o la pubblicità.

Solo che, siccome nessuno di questi era prima un imprenditore, la loro mentalità imprenditoriale acerba fa sì che facciano scelte sbagliate, ad esempio pensando che la formazione imprenditoriale non serve, perché tanto si impara sul campo o che la pubblicità si farà, sì, ma quando ci saranno i soldi intanto si va avanti con il passaparola.

Ecco ovviamente questi business, guidati in questo modo, finiscono inevitabilmente nel famoso 55% che poi ha seri problemi.

Tutto questo per dirti che, se vuoi fare impresa, devi capire una cosa fondamentale: ovvero devi mettere l’imprenditorialità dentro la tua identità, cioè diventare imprenditori vuol dire crearsi un set di skill che sono totalmente diverse da quelle del tecnico bravo.

Infatti il mondo è pieno di aspiranti naturopati che fanno il corso di Naturopatia per aprire il loro business e poi non hanno nemmeno mezzo cliente, ed è pieno anche di pasticcerie che chiudono perché sono guidate da un pasticcere e non da un imprenditore.

Fare impresa invece vuol dire innanzitutto investire sulla propria mente imprenditoriale, prima di tutto il resto.

Vuol dire acquisire quell’atteggiamento che ti consente di fare le cose, vuol dire acquisire l’abilità di ragionare per sistemi di business fondamentali, in modo da poter costruire veramente un business che abbia un potenziale da 6 o 7 cifre all’anno.

Anzi la verità, piuttosto cruda tra l’altro, è che per l’imprenditore improvvisato non si parla neanche di rischio di fallimento, si parla di probabilità di fallimento.

Insomma, chi desidera mettersi in proprio dovrebbe avere molto chiaro che deve investire prima sull’acquisire le skills mentali ed emotive necessarie a mettersi in proprio e poi, solo dopo, sull’acquisire le abilità tecniche che gli servono.

E invece la maggior parte delle persone fa esattamente l’opposto.

Ripeto: non devi concentrarti prima su un corso per diventare un perfetto startupper che ti insegna a fare “growth hacking”.

No, prima ha molto più senso e ti concentri sul corso per avere l’atteggiamento dell’imprenditore, perché questo è l’ordine più corretto.

Perché ricordati questo: un imprenditore con la mente imprenditoriale ben settata, è sempre in grado di trovare un buon tecnico, ma un buon tecnico non è sempre in grado di fare l’imprenditore.