I titoli accademici sono davvero un elemento chiave per considerare affidabile e autorevole una fonte?

Non so per te, ma per me oggi capire da chi ha senso reperire informazioni VALIDE è uno dei problemi principali che incontro nella mia vita professionale.

Voglio dire: io cerco spesso soluzioni di marketing per far crescere l’azienda, ma il problema non è mai trovare soluzioni ma chi ha davvero autorevolezza e competenza in un certo ambito.

Il problema è sempre scegliere quale soluzione adottare, perché ci sono mille campane che mi parlano di cose diverse, e che tra l’altro sono tutte presentate come se fossero l’unica verità.

Ora: nel mondo del marketing io riesco a salvarmi un po’ con l’esperienza e un po’ con l’allenamento intuitivo che faccio con l’Atteggiamento Imprenditoriale, ma questo mi aiuta poco negli altri settori.

Tipo, se si parla di salute o di alimentazione lì per me è veramente complicato capirci qualcosa.

Non è che io abbia grandi soluzioni per questo problema, ma vorrei mettere alla tua attenzione quello che sembra essere il metodo che va per la maggiore, visto che lo usano tantissime persone, per giudicare se una fonte è affidabile.

Solo che è un metodo che, personalmente, io trovo inefficace.

Qualche tempo fa guardavo un video dove un ricercatore indipendente, nell’ambito delle neuro scienze, faceva notare come quella dei social sia diventata ormai una vera e propria dipendenza.

Questo tipo era bravo, e forniva begli esempi e belle argomentazioni.

Al ché, per approfondire un paio di punti, mi sono messo a leggere i commenti.

Come al solito tra i commenti c’erano i detrattori e i sostenitori.

Ma la cosa che ho notato è che l’argomentazione dei detrattori non era tanto rivolta a quello che lui diceva, ossia sulla sua reale autorevolezza e competenza nelle argomentazioni.

Quello che facevano era denigrare il suo status.

Cioè gli dicevano “ma almeno tu sei uno psicologo?”

No? E allora cosa parli a fare?

I commenti erano tutti su questa lunghezza d’onda e poi naturalmente c’era il commento più gettonato in assoluto di quest’era social, ovvero: “ma trovati un lavoro vero” (cavolo questo è proprio fantastico).

Comunque, leggendo quei commenti, era evidente che per la grande massa delle persone il titolo accademico fosse il vero elemento che provava la competenza e l’autorevolezza in qualcosa.

Beh, a me invece questo tipo di semplificazione non è mai sembrata troppo affidabile.

È vero che è una soluzione che offre sicurezza, ma a me pare solo un altro modo per evitare di pensare con la propria testa, e lasciare invece che sia una istituzione a pensare per noi.

Il che andrebbe anche bene se l’istituzione non sbagliasse mai: ma vorrei farti notare che su molte cose la stessa scienza ufficiale, dopo aver portato avanti per anni certe posizioni… qualche anno dopo è stata pronta a fare clamorose marce indietro… Un esempio su tutti?

Una decina di anni fa la carne era considerata la principale fonte di ferro: la consigliavano come se piovesse, a bambini, negli ospedali, per chi faceva sport, eccetera.

Beh… oggi la carne rossa è stata inserita ufficialmente tra gli elementi che possono provocare il cancro.

Insomma: affidarsi alla posizione ufficiale non è sempre la scelta giusta, così come non lo è accettare a priori qualcosa solo perché è dall’altra parte, cioè controcorrente.

E allora come si fa? Beh, come detto prima, non ho soluzioni certe, anzi mi piacerebbe sapere come fai tu a giudicare affidabile una fonte.

Da parte mia la cosa che cerco di fare è semplice:

  • da un lato cerco di diventare CONSAPEVOLE dei miei meccanismi mentali
  • e dal altro cerco di usare il giusto mix di istinto, competenza, e attenzione consapevole

Ma quello che voglio dirti nell’articolo di oggi è principalmente questo: se è vero che l’abito non fa il monaco, allora, forse, anche i titoli accademici non dovrebbero essere un elemento chiave per considerare affidabile e autorevole una fonte.