Come puoi applicare il duro metodo “go serbian” nel business?

 

Gregg Popovich è il quinto allenatore più vincente della storia del basket NBA: tre volte allenatore dell’anno, alla sua guida i San Antonio Spurs hanno vinto ben cinque titoli.

Come sai, a me personalmente, piace prendere spunti per l’imprenditoria anche da ambiti che non siano quello imprenditoriale.

Uno dei miei ambiti preferiti è proprio lo sport.

Ora, sicuramente di segreti del mestiere che potrebbero andare bene anche per la vita imprenditoriale, uno vincente come Popovich ne ha sicuramente molti, ma c’è un’attitudine in particolare che lui utilizza che personalmente trovo molto affascinante e anche abbastanza allineate a me, ed è quella di cui ti parlo oggi.

La premessa è questa: Popovich basa molto del successo delle sue squadre, oltre che sul talento che è quello che fanno tutti gli altri, soprattutto sulla resa mentale dei suoi giocatori nei momenti difficili.

Gli Spurs sono considerati, da sempre, una squadra che si sa rialzare dopo una sconfitta e come al solito questa caratteristica non si è creata a caso.

No, è figlia di un processo, un processo piuttosto duro che Popovich riserva a tutti i giocatori che entrano nel suo team e che si chiama “go serbian”.

In pratica funziona così: quando tu entri a far parte della squadra, arriva un momento, prima o poi, all’interno dell’allenamento, all’interno della partita, guardando magari i video pre-partita, nel quale l’allenatore si
rivolge ad un giocatore specifico, in pratica lo massacra psicologicamente davanti a tutti.

Cioè comincia a fargli notare gli errori che ha fatto, comincia a fargli notare quanto i suoi errori hanno pesato sull’economia globale del gioco e insomma lo lascia veramente lì, demolito, senza che questo possa farci granché, se non assorbire il colpo.

E la cosa ancora più interessante è che Popovich, non è che riserva questo trattamento solo ad alcuni giocatori e ad altri no.

Ad esempio non è che lo risparmia alle stelle della sua squadra. magari perché ha paura che se ne vadano.

No, fa la stessa cosa con tutti, almeno una volta, quando finisci in quella squadra, ti succede di andare “go serbian” e tra l’altro esistono anche dei casi di alcune stelle che per un pelo non se ne andavano dalla squadra (è il caso, ad esempio, di Tony Parker).

Dunque, visto che questo è un processo pericoloso per la squadra, perché rischia di perdere stelle, e certo non piacevole da subire per i giocatori, perché Popovich lo mette in pratica in modo così costante all’interno dei suoi anni di allenamento?

Beh, principalmente per due motivi: il primo motivo è perché Popovich vuole che ogni persona all’interno del suo team sia consapevole delle proprie responsabilità e dell’impatto, che l’impegno che ci mettono in una partita avrà sul resto della squadra, e questo credo che sia un parallelismo che va benissimo anche per qualsiasi impresa.

In pratica, per Popovich, il go serbian è una specie di processo di iniziazione dove lui mette alla prova i giocatori, per rendersi conto egli stesso di come questi sapranno reagire a difficoltà psicologiche.

E questo lo fa perché la sua teoria è che nel lungo periodo cadere, come squadra, sarà inevitabile.

Dunque, una squadra, per vincere, più che imparare a non cadere, dovrà imparare a rialzarsi velocemente.

Beh personalmente, in azienda, io uso una versione un po’ più light del “go serbian”, ma non posso che trovarmi d’accordo con Popovich sulla filosofia di base.

E devo dire che, anche per la mia esperienza, è vero che con metodi come questi si rischia di perdere qualche elemento per strada.

In compenso, però, ci sono due vantaggi: il primo è che chi può reggere il gioco cresce molto molto più velocemente e che chi rimane, diventa qualcuno su cui puoi veramente contare quando arrivano le difficoltà, quelle vere e forse tutto sommato il gioco vale la candela.